Sull’uso dei social tra i nostri ragazzi

Data: 25/03/2025

Riportiamo integralmente il testo della Circolare n. 85 sull'uso dei social

La Scuola pubblica, al pari di altre agenzie ed istituzioni formative, negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione all’educazione dei ragazzi nell’uso consapevole dei propri devices, atto dovuto e inevitabile, nel vortice dell’evoluzione digitale che stiamo attraversando. Purtroppo, continui episodi, più e meno recenti, dimostrano che l’intento educativo non ha raggiunto ancora l’effetto desiderato, con conseguenze che, da un lato provocano sofferenza ed imbarazzo ad alcuni ragazzi e, dall’altro, espongono gli alunni e i rispettivi genitori al rischio di dover rispondere di reati informatici.
Il nostro Istituto continuerà, sul solco delle attività e delle azioni di sensibilizzazione
effettuate negli anni precedenti, a proporre iniziative educative ed informative in materia, estendendole, necessariamente, anche ai genitori perché ritiene che si debbano mettere in atto anche misure preventive di controllo, di autocontrollo e responsabilizzazione da parte delle famiglie su un aspetto così delicato e complesso.
Nonostante il Regolamento scolastico in vigore, in ottemperanza alla normativa,
preveda il divieto dell'uso a scuola di qualsiasi tipo di dispositivo informatico personale e sanzioni per i trasgressori, quasi quotidianamente comportamenti scorretti e gravi, relativamente all'uso dei social e della messaggeria, vengono messi in atto soprattutto al di fuori della scuola, ma rimbalzano immediatamente nelle classi e nei corridoi, destando grande disagio e diffusa preoccupazione.
Il nuovo GDPR, il regolamento generale per la protezione dei dati personali degli utenti, indica chiaramente che WhatsApp non è pensato per minori di 16 anni. Whatsapp è vietato fino ai 13 anni come Facebook ed altri Social network.
Gli effetti devastanti di un cattivo uso dei Social sono quotidianamente oggetto delle
notizie di cronaca: insulti, video e foto imbarazzanti o lesive della dignità personale che, moltiplicati all'interno dei gruppi, provocano danni di cui gli autori troppo spesso non si rendono conto, ma che danno luogo a responsabilità civili e penali .
Le insidie che si nascondono tra i profili social sono tante, a partire dal cyberbullismo,
dalla dipendenza con i relativi problemi di sonno e dall’ansia da like, che possono spingere i più giovani a compiere azioni inopportune, pur di ottenere approvazione e consenso virtuale.
La comunità educante, a cui compete l’alfabetizzazione informatica e l’educazione alla
cittadinanza digitale, non può accettare a cuor leggero un accesso senza controllo ad Internet per i contenuti a cui i nostri allievi sono esposti nel delicato momento di sviluppo psicologico ed affettivo in cui essi si trovano.
Quindi chiedo a tutti i genitori di stabilire regole chiare con i propri figli per disciplinare le attività in rete controllando regolarmente i loro dispositivi.
Ai docenti chiedo di riflettere attentamente sull'opportunità di accettare l'amicizia su
Facebook dai propri alunni (minorenni) o di condividere chat e servizi di messaggistica con gli stessi, sia per le implicazioni di carattere giuridico che, soprattutto, pedagogico.
In numerose occasioni è stato ricordato alle famiglie che i contatti tra scuola e famiglia devono aver luogo in modalità istituzionale, tramite canali ufficiali come il sito internet della scuola, il registro elettronico e la posta elettronica dell'Istituto. Non dimentichiamo che anche Classroom è uno strumento di lavoro importante utilizzabile dai ragazzi al pari del registro elettronico.
L'abitudine di richiedere in chat i compiti dovrebbe diventare un’eccezione e non la
regola, sia perché è possibile consultare le lezioni sul registro on line, sia perché produce una deresponsabilizzazione degli alunni, che dovrebbero imparare a farsi carico dei propri doveri scolastici, primo tra tutti l'ascoltare l'insegnante e scrivere sul diario i compiti assegnati.
Ritengo queste riflessioni un’occasione importantissima per dare concretezza e fiducia al patto educativo che unisce scuola e famiglia perchè ha lo stesso obiettivo: la conoscenza e il benessere dei nostri ragazzi.